STORIA DEL CIOCCOLATO
Affascinante. Suggestiva. Controversa. È la storia del cioccolato. Una storia iniziata quasi 4000 anni fa in America Latina, culla di quella che gli Aztechi chiamavano “cibo degli dei”.
È precisamente nella valle del fiume Ulъa, in Honduras, che gli archeologi hanno trovato le tracce del primo villaggio in cui il cacao svolgeva un ruolo di primo piano. C’erano, infatti, delle tazze usate esclusivamente per la preparazione e il consumo di Xocoatl, cioè il cioccolato delle origini.
Il cacao è uno degli elementi basilari della religione e dell’agricoltura Maya, civiltà nata nel 2000 a. C. nel sud del Messico. Era un dono prezioso che veniva offerto nel corso delle cerimonie funebri ai dignitari deceduti. Per tutto il regno dei Maya (fino alla scomparsa nel 1300) il cacao continua ad avere un ruolo fondamentale, non ultimo come moneta. Ma è con le prime comunità azteche che si diffonde maggiormente.
Le due civiltà in comune avevano la venerazione per il dio tolteco Quetzalcoatl, una divinità in parte umana, in parte serpente e in parte uccello. La leggenda narra che Quetzalcoatl aveva ricevuto il cacao in dono dagli Dei e che il suo compito consistesse nel portarlo agli umani dal paradiso dell’Eden e di insegnare loro a coltivarlo in vari modi.
A fare da ponte tra America Latina e Europa è stato Cristoforo Colombo che, raggiunta l’isola di Guanaja, vicino all’Honduras, nel suo quarto viaggio nelle Americhe, è stato accolto dalla popolazione locale su barche cariche di fave di cacao. Tornando in Europa Colombo ha portato con sé alcuni semi di cacao da mostrare a Ferdinando e Isabella di Spagna, ma non diede molta importanza alla scoperta, probabilmente non particolarmente colpito dal gusto amaro della bevanda.
Nel 1519 Hernбn Cortйs arrivava in Messico. Si aspettava di essere accolto con l’oro e invece gli offrirono uno strano frutto, il cacao, a cui gli aztechi attribuivano lo stesso valore del metallo prezioso. Allora Cortйs ha iniziato a piantare alberi di cacao e a importare in Spagna le prime fave di cacao. In Europa all’inizio la cioccolata fatica a affermarsi come alimento delizioso. Poi i monaci spagnoli per primi hanno introdotto il cioccolato dolce, verso il 1590. C’era l’aggiunta di miele e vaniglia che ha permesso di conquistare velocemente il Vecchio Continente.
Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento il cioccolato è stato importato in Italia, probabilmente da Caterina, figlia di Filippo II di Spagna, che ha sposato nel 1585 Carlo Emanuele I, duca di Savoia. Non bisogna inoltre dimenticare che nell’Italia meridionale regnavano gli Spagnoli ed è stata probabilmente anche per la loro influenza che il cacao si è diffuso in Italia. Nelle maggiori città iniziarono ad apparire cioccolatieri e dal Belpaese il cioccolato ha raggiunto la Germania, l’Austria e la Svizzera.
I francesi hanno conosciuto il cioccolato nel 1615, quando il re Luigi XIII ha sposato la spagnola Anna d’Austria. I sovrani si trasferirono in Francia, introducendo la bevanda al cioccolato presso la corte reale.
Per quanto riguarda invece gli inglesi, il cioccolato all’inizio, nel 1657, è stato bollato come “stravagante”. Come nel resto d’Europa, all’inizio si trattava di un privilegio, e veniva consumato soltanto dai nobili a corte, ma ben presto è diventato un alimento diffuso presso le classi più abbienti. E nel 1674 il cioccolato veniva servito nei pasticcini nei primi caffè del Regno Unito. Cinquant’anni dopo la famiglia Fry ha aperto la prima fabbrica di cioccolato a Bristol, nel Regno Unito, utilizzando macchinari e strumenti idraulici per lavorare e macinare le fave di cacao.
Nei primi anni dell’Ottocento la domanda mondiale di cacao è in aumento, così come la passione per questo alimento. Tuttavia in America Latina cresce l’instabilità politica e i lavoratori nelle piantagioni scarseggiano. Perciò, i commercianti di cacao cercano nuovi terreni su cui coltivare il prezioso albero, e li trovano in Ecuador, in Brasile, in Asia e in Africa.
Fino ai primi nel Novecento il cioccolato è rimasto un privilegio per ricchi perché costoso a causa dei prezzi del cacao e dello zucchero. In quegli anni, invece, si verifica il boom dell’industrializzazione della produzione del cioccolato così da diventare, dopo la prima guerra mondiale, un bene di consumo di massa.
Tra la seconda guerra mondiale e gli anni Ottanta il consumo di cioccolato entra a far parte delle abitudini alimentari quotidiane per diventare, a partire dagli anni Novanta, un alimento popolare per milioni di persone e un piacere da gustare.
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